Il tappo a vite, in Inglese Screw Cap, è una chiusura tecnica organoletticamente neutra che protegge l’integrità del vino e grazie a numerosi studi in questo ampio settore, prevede, per alcuni modelli il controllo della mirco-ossigenazione del vino.
E’ universalmente riconosciuta quale chiusura di eccellenza dei vini giovani e aromatici ma ne consente al contempo, una perfetta conservazione e terziarizzazione. All’estero il tappo a vite ha raggiunto quote di mercato interessanti e anche in Italia il livello qualitativo di queste chiusure è eccellenti.

Molti produttori italiani, che sono riconosciuti a livello internazionale come fra i migliori del mondo, quali Jermann, Livio Felluga, Franz Haas, Tiefenbrunner, Laimburg, Albino Rocca, Maculan, Batasiolo e Planeta sposano la scelta del tappo a vite.

Questa tecnologia ha preso piede tanto che alcune leggi disciplinari D.O.C. Nazionali che prevedevano l’esclusivo uso del sughero quale chiusura obbligatoria tradizionale, si sono aperte, con le rispettive modifiche, all’uso di del tappo a vite (Soave, Bardolino e Valpolicella per citarne tre ).

Il mercato del vino è grande fruitore di questa chiusura, sono tanti i mercati internazionali che la richiedono in via esclusiva, per evitare possibili problemi creati dalla chiusura tradizionale (THC, uniformità qualitativa mai garantita) .

Una segnalazione: l’importante testata internazionale Wine Spectator segnala la popolarità di questo tipo di tappo, tra circa 20.000 degustazioni svolte dalla rivista più del 15% è di vini chiusi con screw cap.

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Il tappo a vite inoltre è un perfetto strumento di marketing del vino. Permette personalizzazioni impossibili in precedenza, che rimangono sulla bottiglia anche dopo l’apertura.

L’alluminio inoltre è una materia prima che per il 75% viene riciclata, facendo del tappo a vite un prodotto green.

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-10-04/vino-infranto-altro-tabu-170003.shtml?sondaggi

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