Questa esperienza è stata davvero incredibile. Esattamente un mese fa. Una domenica nell’entroterra Siracusano, a Palazzolo Acreide, cittadina conosciuta per il suo patrimonio enogastronomico, per la cucina di terra e le numerose locande, osterie e trattorie. Una gita fuoriporta davvero consigliabile in ogni momento dell’anno per chi vuole uscire dalle rotte turistiche commerciali e vuole viversi un momento di originalità 100% dal sapore siciliano. Ma imperdibile nel momento dei festeggiamenti dei loro patroni, a prescindere dalla fede che si professa.

Parlando con un professionista del settore turistico di nazionalità francese, che ben conosce la Sicilia ed ha da poco acquistato casa proprio in Siracusa, non ho trovato alcun termine più corretto. INCREDIBILE. Si è riproposto di andare alla prossima occasione.

Le persone del luogo la definiscono “più piccola e meno bella delle altre feste di San Paolo e di San Sebastiano”. Forse perché le chiese intitolate a queste due imponenti figure della Cristianità sono più grandi. Quindi i festeggiamenti saranno proporzionalmente organizzati.

In ogni caso, analizzando alcuni video che si trovano in rete, le dinamiche delle tre feste sono molto simili, ma davvero difficili da descrivere. Il programma prevede il coinvolgimento di sbandieratori e di bande di musicisti locali e di alcuni paesi vicini. Intervistando una signora proprio di Palazzo Acreide però il messaggio è chiaro.  Con aria perentoria, ed in mano i colori di una squadra di sbandieratori, mi ha spiegato che “Se si suona o si sbandiera per un santo, non si suona e non si sbandiera per un altro”. Patti chiari, amicizia lunga.

I fedeli man mano che si avvicina l’uscita delle statue dei santi si accalcano in attesa del programma pirotecnico che davvero toglie il fiato, sviluppato in tre momenti.

Prima di tutto in questo evento per noi c’è stato l’effetto sorpresa: non serve davvero a nulla cercare materiale in rete, tutto quello che si trova non si avvicina nemmeno lontanamente alla realtà. L’estasi, l’emozione, la devozione, i rumori, i colori creano una atmosfera che porta indietro nel tempo. I fuochi d’artificio colorati, caricati di stelle filanti e di coriandoli grandi 3 cm per 3 oscurano il cielo all’uscita della statua del Santo. Letteralmente non si capisce più dove ci si trova, ad un certo momento non si capisce proprio più niente, finché non si vede il corteo farsi spazio tra la folla. Il programma della giornata che come dicevo, vede il coinvolgimento di sbandieratori e bande comunali, ha un mood anni ’50. Si torna indietro nel tempo, come in un film di De Sica, con i devoti che si accalcano vicino alla statua del Santo ogni volta che il corteo si ferma, per donare le loro offerte o dire una preghiera.

Che dire… la prossima volta ci sarà meno effetto WOW, dato dalla nostra voluta ignoranza di questa prima esperienza, ma la commozione, specie per chi trova in San Michele Arcangelo una figura spirituale di riferimento, immagino sarà la stessa.


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