Il Ponente Ligure ci ha riservato numerose sorprese. Conoscevamo, grazie agli studi come Sommelier, l’enografia della zona, senza aver sperimentato di persona il coraggio, i profumi e l’atmosfera e l’accoglienza delle persone.

Spontaneamente crescono in campagna numerose erbe aromatiche, apprezzate nella cucina ligure e coltivate da alcune aziende agricole. Timo, rosmarino, maggiorana si intravedono intorno ai filari e sulle scarpate ripide. Molte realtà agricole inoltre sono impegnate nella produzione di fiori, in coltivazione libera o in vaso, che vengono spediti in tutta Italia e anche all’estero.

Il panorama di queste zona quindi si arricchisce di sentori e di colori unici.

Dopo aver lasciato Pornassio e la famiglia Guglierame con il loro Ormeasco, siamo tornati ad Albenga a recuperare i nostri zaini. Una breve tappa ad Ingauni ci ha dato modo di visitare la cooperativa Viticoltori Ingauni. Con circa 200 soci, di cui alcuni certificati bio, produce poco meno di 300.000 bottiglie e al punto vendita distribuisce anche grappe e olio extravergine del territorio. Una realtà storica, che fa da capofila al progetto di Vite in Riviera e che si impegna tutti i giorni a produrre il meglio con le uve dei conferitori.

Il pranzo, prima della partenza per Verona è stato organizzato in Azienda Agricola Innocenzo Turco.

Il  Ristorante, gestito da Lorenzo e dalla moglie, è elegante e rustico, ai piedi della casa in cui la famiglia Turco vive da decenni. La cucina è tipica e raffinata, l’ambiente accogliente e molto curato. I vini di Lorenzo sono una chicca, dal Rosa fino alla Granaccia Cappuccini, che veramente ci ha stupito e sui cui abbiamo lasciato il cuore. Un pranzo o una cena presso il Ristorante di Lorenzo Turco merita, per chi è in zona.

La nostra passione per il cibo e il vino doveva portarci anche all’olio extravergine della zona. Ne abbiamo acquistato una bottiglia in Azienda Agricola BioVio. Qui la parola d’ordine è Taggiasca, ma sono anche altre le varietà autoctone della zona che, a quanto abbiamo capito, hanno un profilo organolettico simile alla Taggiasca: rotondità, delicate note di amaro, piccante piacevole e mai invasivo, bouquet floreale.

Non conscevamo questo territorio, lo stiamo incontrando ora, lo abbiamo vissuto per un paio di giorni. Abbiamo grande entusiasmo e voglia di scoprire ancora. Troviamo che, come molte parti d’Italia, si presti per vacanze brevi, week end fuori porta e anche per periodi di relax più lunghi, visto che in pochi chilometri si può passare dalla spiaggia all’entroterra, degustando vini ottimi in accompagnamento alla cucina del posto.

Chi ben comincia….